sabato 17 settembre 2011

IL SIGNORE CHE AVEVA PERSO IL SUO SONNO


Un signore che una notte non riusciva proprio a dormire, si era alzato dal suo letto che trovava molto scomodo, credendo che l’avesse fatto per dispetto di mettersi in una posizione scomoda, così poi lui non dormiva.
Ma, pur avendo acceso la luce, il letto sembrava stesse nella posizione in cui stava tutte le notti, tanto più che non si era affatto mosso, né aveva aperto nessun occhio o aveva sorriso di soddisfazione in qualche modo.
Lui continuava a dormire nel modo in cui dormono tutti i letti: in silenzio, senza muovere una paglia e con la testa sotto il cuscino, perché sopra la testa ce la mettiamo noi per dormire.
Era tutto in ordine, nel solito ordine di quando ci si mette a dormire e poi ci si tira su, lasciando le lenzuola e le coperte un po’ sollevate ed il cuscino un po’ sgualcito.
Ma proprio quello che mancava era il sonno di quel signore.
Per cercarlo si era piegato a guardare sotto il letto, tante volte gli fosse caduto mentre stava sopra e non ci aveva fatto caso. Niente da fare: sotto il letto non si trovava.
A dire la verità quel signore non sapeva che aspetto avesse il suo sonno.
Tutte le sere si metteva a dormire, chiudeva gli occhi, era tutto buio e poi più nulla.
La mattina dopo, quando si svegliava, il suo sonno era già andato via e non c’era verso che riuscisse a vederlo.
Era andato in bagno, può darsi che mentre si lavava i denti, prima di mettersi a letto, gli era scivolato da qualche parte.
Non si vedeva neanche lì.
A meno che non gli fosse scivolato nel buco dello scarico. Ma forse non ci sarebbe passato per il buco dello scarico.
Magari, senza rendersene conto, l’aveva lasciato poggiato da qualche parte, forse su un libro che aveva visto prima o in cucina sul tavolo, vicino ai fiori.
Pur andando in tutti questi posti e guardandovi con attenzione, non riusciva a trovarlo.
Iniziava a preoccuparsi: il tempo della notte trascorreva e lui era ancora in giro a cercare dove aveva lasciato il suo sonno.
Tutti gli altri, sicuramente erano già nei loro letti da un pezzo ed in compagnia dei loro sonni e dormivano indisturbati.
Stava quasi pensando di rivestirsi per uscire in giardino a controllare che non l’avesse perduto lì, ma poi rifletteva che forse era meglio bersi una tazza di camomilla.
Dopo averla bevuta tornava verso il letto, avendo perso le speranze di ritrovarlo e ci si distendeva sopra; come appoggiava la testa sul cuscino e chiudeva gli occhi,  lui era già lì ed era già un po’ che l’aspettava e quasi quasi aveva voglia di sgridarlo perché non tornava più da tutti i posti dove era andato a cercarlo, mentre lui invece non si era mai mosso da lì.

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