sabato 17 settembre 2011

LO SCRITTORE DI FAVOLE


Lo scrittore di favole ne aveva già scritte diverse, ma, giunto al termine della giornata, si apprestava a mettersi a letto per dormire, dato che era ormai notte.
Ma per quanto desiderasse il sonno e fosse stanco e avesse voglia di dormire, non faceva che rigirarsi nel letto, mentre tutti i personaggi delle favole che aveva scritto gli balenavano intorno e non lo facevano dormire.
Volevano tutti che continuasse a scrivere, tante storie su ognuno di loro.
Aveva provato a dir loro che tornassero l’indomani mattina, perché la notte portava consiglio e lui per oggi aveva terminato gli spunti e le idee brillanti.
Se avesse continuato a scrivere, le storie non sarebbero venute belle e loro non sarebbero stati contenti d’interpretarle.
Ma loro insistevano: non ne volevano sapere di aspettare l’indomani.
Alla fine lo scrittore si alzò, tornò davanti lo scrittoio e, presa la penna in mano, si mise a scrivere su un foglio di carta bianca.
Le parole che vennero fuori erano tutte assonnate e a malapena riuscivano ad esprimere un senso, spesso stridendo vistosamente le une vicine alle altre.
I personaggi che iniziavano a vedere una trama in quella storia, che poco a poco si dipanava su quel foglio di carta, non arrischiandosi a voler essere gli interpreti principali di quella storia piuttosto scalcinata, ad uno ad uno si allontanavano alla chetichella.
Lo scrittore, ad un tratto, fermò la mano, indeciso su quale personaggio scegliere per fargli sostenere il ruolo principale. Si voltò e non vedendo più nessuno, sorrise, posò la penna sul foglio, spense la luce e se ne tornò a letto, contento di poter finalmente dormire.

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