sabato 17 settembre 2011

QUANDO LE STAGIONI ERANO QUATTRO


La pacata regolarità del loro susseguirsi, scandiva il ritmo della vita delle persone che si riconoscevano in quelle stagioni. Perfino dei musicisti vi avevano composto le loro opere esaltandone le differenze.
I contadini coltivavano la terra seguendo con attenzione le loro indicazioni, con scrupolosa meticolosità, per non mettere a repentaglio la buona riuscita dei raccolti.
Ma poi cosa è successo?
Poco a poco gli uomini hanno iniziato a costruirsi fabbriche e macchine sempre più sofisticate, hanno voluto prendere sempre più dalla terra, lasciandole sempre meno. Tutto quello che consumavano, lo ammucchiavano ovunque capitava.
La terra, l’acqua e l’aria si sono riempite di queste sostanze di scarto prodotte dall’Uomo.
Per tanti anni nessuno si è preoccupato di trovare una soluzione e realizzarla, per rimettere le cose a posto.
Adesso, che siamo circondati dall’inquinamento, se non stiamo attenti, ci ritroviamo sempre più avvelenati, anche senza volerlo.
Perfino l’aria che respiriamo puzza e l’acqua non ha più un buon sapore.
Le stagioni non sono più le stesse di una volta, anche se continuiamo a chiamarle con gli stessi nomi, e il clima spesso impazzisce, al punto che quasi non si sa più come vestirsi.

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