sabato 17 settembre 2011

L'ALBUM DEI SOGNI


Ci sono molti bambini che si divertono a fare la raccolta di figurine che si fanno acquistare dai genitori, chiuse in pacchetti, alle rivendite di giornali.
Si fanno tanti tipi di raccolte: calciatori, animali, santini, etc.
Tutte in qualche misura presentano l’inconveniente che per riuscire a completarle, occorre spendere molti soldi e avere la pazienza di incappare in una gran mole di doppioni, al punto che non è detto che ci si riesca a completare la raccolta che si è iniziata.
Ma c’era un bambino che si era stufato di far spendere soldi per trovare solo doppioni.
L’album che aveva deciso di completare non lo vendevano da nessuna parte e nemmeno esisteva. Le pagine le teneva tutte dentro la sua testa. Le figurine erano le immagini dei sogni belli e particolari che faceva, fin da quando era piccolo.
La prima figurina era quella di un sogno fatto a quattro anni, dopo che era stato a Venezia, al suo interno si alternavano scorci di quella città che si confondevano con tratti del quartiere di Roma dove allora abitava, in più vi era anche la presenza di una cinquecento degli anni ‘60.
Ve n’erano anche molte altre di quelle figurine.
Erano un po’ magiche perché invece di essere ferme, quando le guardava, iniziavano a muoversi e a cambiare le inquadrature, sviluppando tutto il brano del sogno che vi era stato memorizzato.
Questo bambino quando voleva sfogliava il suo album a suo piacimento, avanti o indietro.
Non poteva andare troppo avanti perché le pagine erano ancora bianche e i sogni che vi dovevano prender posto, non li aveva ancora sognati.
Ma a lui piaceva così il suo album dei sogni, anche se non lo poteva far vedere a nessun altro, perché nessun altro poteva entrare nella sua testa a guardare le immagini che vi scorrevano dentro.

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