sabato 17 settembre 2011

LA TERRA E IL CIELO


Nei tempi antichi, quando gli uomini credevano che la terra fosse piatta, perché camminandovi sopra, anche per distanze notevoli, non riuscivano a vedere che orizzonti piatti, il cielo li affascinava.
Di giorno per la meravigliosità delle sfumature di colore che sapeva esprimere, in particolare al sorgere del sole o al suo tramontare.
Di notte per il mistero che mostrava con tutti quei puntini luminosi, mirabilmente disposti a costituire figure che, via via, aveva imparato ad interpretare.
La terra li costringeva a sopravvivere e spesso dovevano scampare dei pericoli impegnandovi al massimo tutta la loro intelligenza.
Era una matrigna terribile che si cibava delle creature che vi camminavano sopra, inghiottendole all’improvviso con rumorosi sussulti e spalancando le sue fauci terrificanti.
Il cielo dava sempre la speranza, anche dopo che era stato chiuso per settimane dalle nuvole, squarciava la tristezza della pioggia con improvvisi barlumi d’azzurro e tutti gli uomini, anche quelli più moribondi, avevano un anelito d’infinito nella loro travagliata vita.

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